giovedì 19 gennaio 2012

A come Ambiente

In biologia, principalmente in ecologia, indica tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o sul comportamento di un organismo o specie vivente, compresi luce, aria, acqua, terreno, e altri esseri viventi. (Wikipedia).

In politica significa avere una visione della somma dei comportamenti che l'uomo, come specie pensante, mette in atto per condizionarlo. Possono essere virtuosi o possono innescare una spirale perversa che consuma irreparabilmente le risorse primarie consegnando al futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti un mondo peggiore.

Consumare o distruggere irresponsabilmente il pianeta che abitiamo non e'un fatto che riguarda gli altri, ma prima di tutto siamo noi, nella nostra quotidianita' a determinare il ritmo di questo consumo, e a stabilire quali eventi potranno succedersi nel tempo.

Prendiamo ad esempio solo uno dei punti tra i tanti che ci stanno a cuore per spiegare, o tentare di farlo, quali conseguenze ci attendono, nel breve ma anche nel lungo termine.

Visto che abbiamo cominciato dalla A parliamo di Acqua.
A molti puo' sembrare che i referendum sulla liberalizzazione di questo bene primario siano sembrati come una battaglia di qualche partito contro altri, noi invece abbiamo un'altra convinzione.
Ma per non avvilupparci in una discussione complessa ed articolata, come questo problema richiederebbe, ci limitiamo fare notare una questione molto semplice.

Una società privata ha come scopo primario la generazione di profitto, ovvero fare soldi, una società pubblica ha viceversa l'obbligo di avere il suo bilancio in pareggio.

Questo dovrebbe bastare per fare capire che la privatizzazione di questo bene primario e' volta non a dare un servizio migliore, ma a mettere le mani su una risorsa di cui non se ne puo' fare a meno [a meno di non immaginare di ritornare a lavare i panni nel Lavino come negli anni 60] per generare profitti da compensare i gia' pingui guadagni dei manager che gestiscono questa societa'.

Quindi, le tariffe che oggi pagheremmo per arrivare al pareggio di bilancio [se gestita da una societa' pubblica] sarebbero sufficienti per accontentare la logica di profitto di una societa' privata?

Lasciamo a voi la risposta

5 commenti:

  1. Ecco un link che si collega bene all'argomento

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/20/lenergia-nostro-modo-concepire-progresso/185275/

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  2. Non so per quale motivo, ma da qualche tempo sto maturando una sincera avversione per gli acquisti. Sempre più spesso mi accade che, entrata in un negozio o supermercato che sia, vengo improvvisamente colta da una sensazione di estraneità e mi sembra di essere in un luogo assurdo a fare una cosa completamente inutile, sprecando il mio tempo preziosissimo. Guardo la gente che mi passa accanto, silenziosa e veloce quasi mi sfiora, senza vedermi. Tocco quei cibi imbalsamati in cartoni, plastiche e lattine. Compatisco le povere cassiere obbligate dal tempo in un lavoro senza sosta. E penso a molti anni fa, quando bimbetta venivo spedita dalla mia mamma a comperare qualcosa che lei aveva dimenticato durante la spesa del mattino. La drogheria era un posto speciale, dove ero conosciuta e chiamata per nome. Le persone in attesa erano cordiali e avevano sempre qualcosa di divertente da raccontare, mentre aspettavano il loro turno senza alcuna fretta. Come sa di buono quel cibo nei miei ricordi.
    Chissà per quale inconsapevole accostamento ho abbinato il termine Ambiente a questi momenti della mia vita? Forse, perché l'ambiente ce lo stiamo giocando con il consumismo spinto da cui siamo tutti contagiati? Forse, perché spero che altri come me ne abbiano abbastanza di tanta merce inutile?

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  3. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/21/legambiente-arriva-rapporto-“malaria-2012”-“limiti-superati/185364/

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    1. Palando di ambiente non è possibile evitare di ragionare sulla recente tragedia della nave da crociera Concordia, naufragata nei pressi dell'isola del Giglio. Morti, dispersi, feriti e, molto probabilmente, inquinamento, poiché non è difficile immaginare quanto carburante e quante sostanze inquinanti occorrano a 4mila passeggeri, oltre l'equipaggio, per navigare giorni e giorni in mezzo al mare. Un incidente che si poteva evitare, come tanti altri in cielo, in mare, sulla terra ferma, ma sono accaduti e continueranno, perché non è possibile fermarsi, lo ordina il mercato mondiale, lo esige la produzione globale, ma anche il mondo del lavoro. Perché? Semplicemente perché non conosciamo un altro modello sociale, se non quello capitalista e consumista. Possiamo forse mediare su forme di sfruttamento ambientale più responsabili, ma molti privilegi non sono neppure messi in discussione. I viaggi intercontinentali, con aerei da turismo che consumano quantità enormi di carburante e inquinano altrettanto, continueranno perché ciascuno di noi ha diritto di farsi le sue brave vacanze all'insegna del piacere e della cultura. Le merci continueranno a viaggiare per cielo, per mare e per terra da un capo all'altro del mondo, anche se saranno identiche e non solo esotiche: perché il commercio deve essere libero di espandersi in ogni dove. Esiste una sola categoria che non può godere del privilegio di inquinare per viaggiare a destra e a manca e inquinare quanto vuole: è il popolo migrante del terzo e quarto mondo.

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  4. http://www.youtube.com/watch?v=v3LMnJtrSvw

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