domenica 5 febbraio 2012

B come Bene

Prendiamo a prestito qualche definizione da un dizionario per parlarne.

"In modo buono, giusto, retto...... in modo soddisfacente, pienamente adeguato" possono essere definizioni di questa parola che amiamo.

Ma si presenta anche il sostantivo, "principio su cui si fonda l'ordine etico" - "Ciò che è buono, giusto e onesto" 

Poi si incontrano altri significati, contrapposti all'opposto, il male, e sono gli oggetti di diritti come i Beni culturali o i Beni pubblici, o quelli universali [che però non si trovano citati nel dizionario].

Si potrebbe parlare per ore della parola bene, e nonostante sia una parola così scontata, ci fermiamo poco a parlarne per spiegarne il senso.

Molti di noi pensano che determinate questioni o battaglie "a fin di bene" non sono altro che tentativi di imporre il "proprio concetto di bene" a scapito di altri che possono non vedere quel concetto di bene ai propri fini.

Per questo vorremmo parlare di "bene comune".
Il bene comune in sostanza non è un oggetto ma un criterio di valutazione : si persegue e quando si ottiene è sostanzialmente "una buona situazione" per la società nel suo complesso.
Conta molto quindi il benessere economico, ma soprattutto la sua distribuzione egualitaria, un buon grado di sicurezza personale, la diffusione della cultura, la solidarietà sociale e le libertà politiche [è quindi "bene"  che tra i ri-assunti delle fabbriche FIAT non vi sia nemmeno un operaio iscritto alla FIOM?].

Nel nostro sistema, cresciuto sotto il giogo culturale dell'economia moderna [dove il bene è rappresentato solo dalla ricchezza, dallo sviluppo e dal consumo], questi cosiddetti "valori" presuppongono un non-rapporto fra le persone, tutto in nome dell'efficienza.

Al contrario, il bene comune, richiama il "noi", il "nostro", che per definizione non è il "mio".
Non più quindi una somma di interessi privati ma una sottrazione, dove ciascuno rinuncia a qualcosa di privato e tutti assieme costruiamo il bene comune, che in un secondo momento darà vita anche ad un maggiore bene individuale per tutti.

Ci piacerebbe comunque, al di là di queste parole, che foste voi che ci leggete a definire il vostro senso di "bene", sia esso comune, pubblico o individuale.
Non abbiate paura al confronto, servirà a tutti noi [inteso come comunità di cittadini] ad arricchire questo bene comune, che è la libertà di espressione, e soprattutto a far capire a chi di noi vuole donare il proprio tempo all'attività politica, a tener conto delle ambizioni dei tanti per cercarne il minimo comune denominatore, e trovare attraverso un sano ed aperto confronto, una politica [locale e non solo] che faccia veramente il bene di tutti e che sappia superare, senza prevaricazioni, l'egoismo che spesso travalica in ognuno di noi il vero senso del "bene".






1 commento:

  1. Bene mi fa pensare ai beni comuni. L'acqua e le lotte passate per arrivare al referendum e le nuove battaglie per l'applicazione di quanto si è andato a votare in 27milioni a giugno, ma il governo non vuole riconoscere. Penso al paesaggio, al territorio come ricchezza comune, sempre più minacciato dal consumo, dall'inquinamento, dallo sfruttamento intensivo. Penso all'aria che respiriamo, sempre più ammorbata qui nella bassa padana. Penso alla cultura, all'istruzione, alla salute, all'informazione, alla ricerca, sempre come beni essenziali. Ma anche al cibo e alla casa come diritti inalienabili. E penso anche alla comunità in cui vivo, come bene che sintetizza tutti gli altri, perché è insieme ai miei concittadini e alle mie concittadine che vorrei difenderli; ma per agire al meglio, occorre una comunità coesa e partecipe della vita di paese. Ecco, forse è il senso della comunità il bene più prezioso, per me!

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